"Nessun motivo"

I lombrichi di Darwin e la morte di Freud, Phillips Adam

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Sai89
view post Posted on 4/6/2010, 09:34 by: Sai89




Darwin e Freud fanno sparire Dio dalla scena, lasciando un vuoto tra il genere umano e la natura, perciò le loro idee furono accolte con indignazione. Ma oggi, che li si legga o meno, tutti parliamo una versione dei linguaggi di Darwin e Freud e molti pensano all'infanzia e alla sessualità come fonti di sofferenza, e dipingono se stessi come animali che lottano per la sopravvivenza. Ma, spiega l'autore, non ci troviamo intrappolati in una pura filosofia della perdita. Entrambi questi scrittori sono interessati a come la distruzione "conservi" la vita. Ecco come nasce questo libro, che intende gettare luce sul concetto di finitezza, estinzione e morte, reinterpretandoli all'interno di una "filosofia della vita".



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VITA: istruzioni laiche per l'uso, ovvero l'elogio di Darwin e Freud.
Adam Phillips, psicoterapeuta inglese, tenta un'ardita sintesi fra i due autori
in un breve e fin troppo denso libro, dal titolo I lombrichi di Darwin e la
morte di Freud. La sola vita per Phillips è quella terrena, che scorre
dentro di noi con i suoi processi inconsci (vedi Freud), e sotto di noi, con
la minimale ma preziosissima opera dei lombrichi, silenziosi produttori di
terra fertile (vedi Darwin). E la morte non è che la sua fase conclusiva,
naturale. Se invece, secondo la tradizione teologica, consideriamo la morte
una caduta, una punizione da superare attraverso la redenzione, allora
saremo per Phillips "sempre prossimi all'umiliazione finale". Soffermandosi
sull'incessante lavorio dei lombrichi, Darwin ci pone di fronte alla domanda
sconcertante: come sarebbero le nostre vite se dessimo maggiore credito ai
vermi e considerassimo la terra sotto i nostri piedi, anziché il cielo sopra
le nostre teste, come ciò che vale la pena di guardare? E come Darwin con i
suoi lombrichi, così Freud con la sua teoria dell'istinto di morte non fa
altro che ricondurre la morte nell'ambito della naturalità. Credere nella
"perfettibilità" dell'uomo nell'aldilà - è la conclusione di Phillips -
finisce per distruggere le nostre speranze in questo mondo.



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Edited by Sai89 - 24/6/2010, 18:08
 
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